Atelier La TinaiaAtelier La Tinaia
Firenze
Guido Boni nasce a Firenze (quartiere popolare di S. Frediano) nel 1943. Perde da piccolissimo il padre, fucilato dai tedeschi. Fin da bambino sperimenta i mondi dell’istituzione totale. All’età di 8 anni viene ricoverato presso l’istituto per bambini cosiddetti sub-normali Umberto I, mentre quattordicenne è già internato entro le mura manicomiali di San Salvi dove rimarrà, a parte il periodo vissuto in una casa famiglia dal 1998 al 2005, fino ad oggi. Attualmente Guido vive in una residenza assistita situata vicino alla laboratorio La Tinaia nell’area dell’ex ospedale psichiatrico. La cartella clinica di quegli anni tratteggia la figura di un giovane fortemente irrequieto, i cui disturbi comportamentali così come quelli psicopatologici (dall’apatia agli stati allucinatori, dagli scontri con gli altri ricoverati ai tentativi di fuga) conoscono come unica risposta il trasferimento da un reparto all’altro, ma in cui è possibile già intravedere una certa predilezione verso il mezzo espressivo grafico. È del 1957 l’annotazione di uno psichiatra in questo senso: “Ha un discreto talento per il disegno e vi si applica per diverso tempo”.
Nel 1965 inizia a frequentare una sala di pittura aperta nel reparto dove ha la possibilità di svolgere l’attività che sembra coinvolgerlo di più: il disegno. Nel 1972 l’esperienza si interrompe; Guido trascorre le giornate sdraiato per terra.
Il 1975, data di apertura del Centro Attività Espressive La Tinaia, segna una svolta storica, l’inizio di un’avventura che continua ancora oggi. Nella Tinaia Guido trova qualcosa di più di un semplice luogo ove esprimere la propria creatività: la Tinaia è il mondo, cioè lo spazio dove la relazione umana così come gli oggetti, acquistano un significato, un ordine riconoscibile e riproducibile. Qui non è più l’esercizio di copia (personaggi dei cartoni animati, fotografie) a impegnarlo, quanto la rappresentazione degli ambienti, delle persone che Guido vive: il reparto ospedaliero, i viali del manicomio, le stanze del lavoro, soggetti reali o immaginari che abitano il suo vissuto con la potenza del mito. È il caso dei ritratti, uno su tutti quello di Massimo Mensi (fondamentale figura di riferimento per Guido e per la Tinaia prematuramente scomparso nel 1990) o della signora Maleci (forse un’infermiera, Guido racconta di averla vista passare lungo il viale di San Salvi nei pressi dello studio del prof. Maleci) o della coppia di innamorati nudi o del giovane militare; ma anche la raffigurazione degli interni, soprattutto della Tinaia, locali coloratissimi affollati di figure esili, filiformi, sempre riconoscibili. All’interno di queste composizioni Guido si ritrae spesso mentre dipinge e come in un gioco di specchi moltiplica e rimpicciolisce la scena all’infinito.
Già nel 1979 le opere di Guido vengono esposte in una mostra personale a Firenze e successivamente nella Collettiva ‘Colori dal buio’ nel chiostro di Santa Croce a Firenze (1981). A partire da questo momento i suoi lavori saranno presenti in numerose mostre sia in Italia che all’estero. A più di 30 anni dall’inizio di questa ricchissima esperienza, Guido è ancora il più assiduo frequentatore della Tinaia, memoria di destini e esistenze intrecciati indissolubilmente alla meraviglia estetica delle sue opere. Oggi le sue rappresentazioni mostrano una sintesi del tratto, quasi sempre in bianco e nero: il segno diviene il simbolo attraverso il quale Guido introduce chi lo circonda nel mondo mitico dei luoghi e dei personaggi sopra descritti e di cui in maniera quasi infaticabile sembra avere urgenza e piacere di raccontare.
Ascoltare, guardare, riconoscere e condividere quelle storie seduti uno di fronte all’altro al tavolo di lavoro è ciò che Guido ci chiede e che lui stesso definirebbe “aspettare il futuro”. (operatori Coop La Nuova Tinaia)
Massimo Mensi è nato a Firenze il 7 luglio 1946 in una famiglia operaia originaria di Borgo S. Lorenzo. Finite le scuole elementari comincia a lavorare come apprendista decoratore nella bottega artigiana di un ceramista. In seguito riprende gli studi e si iscrive all’ Istituto d’Arte di Porta Romana nella sezione Grafica Pubblicitaria. Dopo il Diploma di Maestro d’Arte, conseguito nel 1965 parte per due anni a Basilea all’università di Dornach per formarsi come maestro d’arte antroposofico nelle scuole Waldorf fondate da Rudolf Steiner. Tornato a Firenze conduce un laboratorio d’arte con adolescenti pazienti psichiatrici dell’Istituto Medico Pedagogico “Vincenzo Chiarugi”. L’esperienza lo tocca fortemente, e così si iscrive al corso di infermiere psichiatrico indetto dalla provincia. Nel 1973 prende servizio nell’Ospedale Psichiatrico “Vincenzo Chiarugi” di Firenze in via di smantellamento, e vi rimane per due anni come infermiere in vari reparti. Nel 1975 il progetto Tinaia nasce intorno ad un forno per la ceramica già presente nella struttura e dall’idea che lo smantellamento dell’Ospedale Psichiatrico dipende in gran parte dalla riabilitazione dei pazienti lungodegenti. Giuliano Buccioni, infermiere e ceramista, Lea Bresci, assistente sociale, Gioia Gorla, psicologa, sono assieme a M.Mensi sono i fondatori. In breve tempo La Tinaia diventa un luogo d’incontro per operatori e pazienti provenienti dai 24 reparti dell’ospedale, nonché spazio anti-istituzionale per eccellenza: tutti quelli che entrano e si trattengono devono modellare o disegnare. Arrivano tirocinanti volontari, studenti di Psicologia e di Medicina italiani e stranieri. Si delinea sempre più chiaramente la funzione primaria ed inderogabile del Centro: l’uso della creatività artistica ed artigianale a favore di un miglioramento della condizione umana dei pazienti. Grazie alla comparsa d’autentiche personalità artistiche tra i frequentatori dell’atelier vengono organizzate importanti mostre in Italia ed all’estero, pubblicati cataloghi, avviati i primi contatti con il mondo dell’ Outsider Art internazionale.
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