Atelier Adriano E MicheleAtelier Adriano E Michele


San Colombano al Lambro (Milano)

Ruggero Cazzaniello è nato a Milano nel 1958. Frequenta l’Atelier di pittura Adriano e Michele dal 1996. Già nei primi giorni dell’apertura dell’atelier, Ruggero si aggirava intorno al capannone fiutando l’atmosfera che vi si stava definendo. Non entrava insieme agli altri, ma aspettava che tutti se ne fossero andati: quando era sicuro che ero rimasto solo a riordinare i materiali entrava e cautamente incominciava a scambiare parole di interesse e cortesia. In poco tempo le sue visite si fissarono come un appuntamento e si allungarono ad occupare più di un’ora. Parlava della sua infanzia, del periodo in cui aveva fatto il soldato, aspettava le mie domande, tornava sui particolari, si ripeteva, approfondiva. Non mi chiedeva niente, non era interessato alla mia vita, ma solo al mio lavoro di artista. Cercava le parole con accanimento e puntiglio, tanto da perdere il bandolo delle lunghe frasi…era colto e divagava come chi va a passeggio con la mente, senza una meta fissa. In questo modo sono passati mesi, mentre io cercavo di convincerlo a disegnare quel che diceva, questa sua mancanza di fine, di obiettivo. Gradatamente incominciò a schizzare in modo infantile e molto semplice: un fiore, una barca, una sega… Eravamo insoddisfatti della banale oggettività di quei disegni. Un giorno si parlava di incidenti stradali e di come una persona viva e vera improvvisamente non ci fosse più. Stesi un grande foglio di carta per terra, Ruggero vi si sdraiò sopra e io disegnai il contorno del suo corpo. Qualcosa si mosse tra di noi e, da allora, incominciò ad adottare spontaneamente questa procedura, chiedendo agli altri frequentatori di “posare” per lui atteggiandosi in varie posizioni sul foglio. Dalla figura umana si passò agli oggetti, allo studio del fondo, al valore complesso del contorno per la conoscenza della forma. Ci allenavamo all’incompiutezza e cercavamo opere che continuassero a chiedere e a chiamare. Il lavoro di Ruggero divenne famoso per questa ossessione di esprimere in figura l’assenza, la sua inafferrabilità e insieme la sua consistente densità. Ma tutte queste cose sono state scritte sui cataloghi delle mostre. Una giornalista televisiva, Michela Garbin, gli chiese durante un’intervista se fosse contento di fare il pittore. Rispose che avrebbe preferito fare l’operaio, completamente immerso nella normalità. Ho lavorato con Ruggero fino al 2005, quando la mia esperienza di conduzione dell’atelier è finita. Poi ci siamo visti come amici, con affetto e malinconia. Un giorno mi annunciò che sarebbe stato dimesso, che aveva paura, che voleva venire a vivere in campagna dove vivo io. Aveva le lacrime agli occhi e anch’io. (M. Munno)

Michele Munno nasce nel 1963 in Puglia. si è trasferisce  in Lombardia nell’adolescenza. Ha frequentato l’istituto Statale d’Arte di Monza e si è diplomato nel 1982. Ha dipinto e disegnato da sempre privilegiando l’analisi della natura e del suo sviluppo organico.Nel suo lavoro appaiono alcuni elementi linguistici ricorrenti che, nel corso degli anni sono diventati vere e proprie icone: le foglie, i volti, la casa, gli uccellini. Nel 1995 è stato tra i fondatori dell’atelier Adriano e Michele nell’Istituto di riabilitazione psichiatrica Fatebenefratelli di San Colombano al Lambro.  Molte sono state le mostre personali in Italia e all’estero: come spesso succede si ricordano più facilmente la prima (Salvatore Ala, 1986, Milano) e l’ultima (Glauco Cavaciuti, 2007, Milano). Attualmente lavora in un grande studio a Marena di Specchio (Solignano, Parma) dove il suo linguaggio iconografico si è arricchito di nuovi temi e suggestioni cromatiche.

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